Cresce il fenomeno Phygital e l’utilizzo massiccio di tecnologie finalizzate a creare un ponte di connessione tra il mondo reale e quello digitale. Tutto questo a diretto vantaggio del marketing che, per ovvie ragioni, inizia a sfruttare questa nuova tendenza in ottica di un miglioramento della customer experience. Vediamo cos’è innanzitutto e il significato di questa nuova parola chiave nell’ambito dell’innovazione tecnologica.
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Phygital
Gli approcci per dialogare e relazionarsi con i clienti sono in continuo cambiamento, soprattutto per via di un consumatore diventato ormai difficilmente impressionabile. La realtà ibrida, che la parola Phygital riassume alla perfezione, permette ai brand di tutto il mondo una notevole opportunità per migliorare la customer experience e per raccogliere, di conseguenza, importanti spunti di crescita.
Il motivo della crescita del fenomeno è duplice. Se da un lato i consumatori ormai, come anticipato in precedenza, iniziano quasi a pretendere dei touchpoint digitali (durante il loro processo d’acquisto), dall’altro anche le imprese non esitano a soddisfare questa domanda in crescita per via dell’opportunità di riuscire a raccogliere importanti dati statistici sul grado di soddisfazione o sui gusti e interessi degli utenti.
Il nuovo percorso d’acquisto
Se il mondo offline non può più prescindere dall’uso della tecnologia, è altrettanto vero che la realtà digitale (pervasa da e-commerce, siti web, social e app) non può fare a meno dell’esperienza visiva che solo un negozio fisico è in grado di generare. Il percorso d’acquisto degli utenti è notevolmente cambiato rispetto ad un tempo. Oggi, non solo è più complesso ma presenta anche un numero di touchpoint più elevato.
Se l’interesse e la curiosità parte da una semplice ricerca online o da una comunicazione apparsa sui social network che ha catturato la nostra attenzione, molto spesso l’acquisto viene completato presso lo store. Succede, inoltre, che l’interesse scattato dopo aver rintracciato un prodotto online possa rinascere nel momento in cui si passeggia per strada, adocchiando magari quello stesso prodotto esposto in vetrina. Da queste tendenze nasce la necessità di creare una forte ed accentuata interazione tra il mondo online e quello offline, andando a implementare all’interno di spazi fisici dei dispositivi “smart”.
A cosa serve il phygital
La diffusione della pandemia ha inevitabilmente dato una grossa spinta al fenomeno, già abbastanza diffuso soprattutto nei paesi con attitudini e mentalità più propense alla digitalizzazione. Smart Home, Digital signage, Smart working, DAD e e-learning sono solo alcuni esempi di come l’ecosistema online si stia immergendo all’interno di spazi fisici.
Il Covid-19 ha sicuramente dato il via, soprattutto in Italia, al susseguirsi di iniziative improntate su questa nuova frontiera ma, terminata l’emergenza, la consapevolezza è che tutte queste stesse iniziative possono essere applicate in forma ibrida anche nella realtà quotidiana, a prescindere da situazioni o da eventi esterni non controllabili o prevedibili.
Gli acquisti, o meglio il percorso che oggi seguiamo per arrivarci, così come le relazioni umane e lavorative hanno subito una trasformazione epocale dove il cliente, l’utente, il consumatore è ormai iperconnesso.
Phygital esempi
Facendo un esempio concreto, il digital signage probabilmente rappresenta la tendenza che più riesce a costituire l’elemento di congiunzione tra online e offline. Nello specifico ci stiamo riferendo alla segnaletica digitale, utilizzata per trasmettere pubblicità, messaggi e informazioni di interesse pubblico tramite strumenti applicati in contesti “out of home”.
Il DOOH, acronimo proprio di Digital Out Of Home, è ormai la nuova frontiera del marketing dove sarà possibile sfruttare la tecnologia del digital signage (che permette la divulgazione di contenuti da remoto e in tempo reale) insieme all’esperienza e all’effetto visivo di schermi e dispositivi applicati in contesti all’aperto e ad alta affluenza.