Calciomercato Juve: durante questa sessione estiva sono molte le domande che i tifosi iniziano a porsi sulla nuova rivoluzione che si prospetta in casa bianconera. Gli ultimi due anni hanno deluso parecchio, sia in termini di proposta di gioco che, soprattutto, in termini di trofei archiviati.
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Il progetto iniziale
Le parole di Arrivabene qualche tempo fa avevano fatto presagire ad una rivoluzione che mettesse al centro del progetto il nuovo acquisto del calciomercato juve della sessione invernale, Dusan Vlahovic. L’investimento che ha permesso di portare a casa uno dei talenti più promettenti del panorama calcistico europeo è stato sicuramente importante e, in realtà, ha rappresentato quasi un fulmine a ciel sereno non del tutto auspicabile anche da parte dei tifosi più sognatori e ottimisti.
Infatti, l’idea della dirigenza e le aspettative dei fans e della community bianconera erano incentrate su una rivoluzione che potesse portare alla corte di Max Allegri una serie di giovani talenti non ancora del tutto espressi. In sostanza, l’idea era quella di ridurre notevolmente il tetto salariale e di evitare spese folli anche per quanto riguarda i valori dei cartellini.
Il cambio di rotta
L’acquisto di Vlahovic ha rappresentato un notevole cambio di rotta, probabilmente dettato dalla crisi di gioco e di risultati che faceva presagire addirittura la mancata qualificazione alla prossima fase a gironi della Champions League. La paura di perdere gli importanti (e ormai imprescindibili) introiti della Champions ha portato la dirigenza a compiere un sacrificio davvero importante, sborsando 70 milioni circa e offrendo un contratto di 7,5 milioni l’anno netti al talento serbo.
La qualificazione alla champions, arrivata poi senza troppe preoccupazioni, non ha fatto cambiare idea agli Agnelli, in quanto i primi obiettivi della campagna acquisti estiva erano niente di meno che Paul Pogba e Angel Di Maria, non esattamente due talenti emergenti con stipendi accessibili.
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Ma ora, qual è l’obiettivo e l’idea della dirigenza? puntare sui giovani talenti, magari anche italiani, o ricostruire una squadra di campioni che possa tornare subito a vincere e magari puntare nuovamente ad arrivare più lontano possibile in Champions?
Il quasi certo approdo di Pogba (sfumato invece Di Maria), di sicuro pone le basi per l’arrivo di un nuovo leader che sia in grado di sostituire Paulo Dybala. La mancanza di leader tecnici si è fatta sentire durante gli ultimi anni, dopo gli addii di Cristiano Ronaldo, Gonzalo Higuain, Mario Mandzukic e per ultimi quelli di Dybala e Chiellini.
Sicuramente l’intento di (ri)portare a casa Pogba può essere sicuramente inteso come un tentativo di aumentare non solo il tasso tecnico ma anche il livello di personalità, carisma e leadership nel gruppo, gravemente deteriorato durante gli ultimi periodi. L’idea generale, però, dovrebbe mantenersi attorno ad un ringiovanimento della rosa, pensando soprattutto al forte interesse verso Giacomo Raspadori e Nicolò Zaniolo.